CHIAMALI,SE VUOI…. CRIMINALI

L’economia sommersa in Italia è pari a oltre 210 miliardi di euro, che significa il 12,6% del Pil. I lavoratori a nero sono il 19,39%, parliamo di circa quattro milioni di irregolari. Solo in Campania si contano circa 400mila irregolari. Oltre il 51% dei giovani del Sud risultano disoccupati. E’ quanto risulta dai dati ISTAT e SVIMEZ. La cruda verità è che, fino ad oggi, ognuno, chi per convenienza, chi per ipocrisia, chi perché disinteressato ai problemi altrui, ha finto di non vedere e non sentire il grido di aiuto che veniva dalle “pance”  delle città del Sud. Tutti “gli illegali” lavorano per la camorra, per la ‘ndrangheta o per la mafia? Oppure c’è chi fa il garzone nelle attività commerciali, chi lavora nella fabbrichetta  che, a nero, lavora per le grandi griffe? Ci sono i parcheggiatori abusivi, gli scaricatori al mercato, i venditori di calzini e cianfrusaglie varie. Molti di essi lavorano a nero anche in trasferta e ci fermano per strada. Noi e tanti altri li respingiamo con fastidio. Tanti li trovi negli “studi” di professionisti e si “arrangiano“ secondo quell’arte dell’arrangiarsi, caratteristica tutta napoletana,  esportata in tutto il Sud. Oggi, a seguito dell’emergenza coronavirus, questa economia basata sul lavoro nero ha subito una brusca battuta di arresto. E lo Stato, che ha consentito questo tipo di economia, non può non tenerne conto ed affrontare anche questa emergenza. Il Governo è intervenuto con una manovra economica e ha fatto nascere il “topolino Cura Italia”. Ammortizzatori sociali, lavoro agile, aiuti, pochi, alle imprese, qualche timido voucher alle famiglie per gestire i figli e far fronte alla chiusura delle scuole. Quasi dimenticati i professionisti e gli artigiani. Del tutto dimenticati, ovviamente, chi lavorava a nero e chi si arrangiava e viveva alla giornata. Nessun aiuto per questi “fantasmi”. Dopo venti giorni di quarantena forzata, le piccole dispense di queste famiglie si sono svuotate e cominciano a mancare beni essenziali, come il latte e la pasta. I volontari, la caritas, il banco alimentare stanno correndo a consegnare la spesa che dura pochi giorni, e poi? Come sopravviveranno queste famiglie senza reddito? Come sopravviverà la loro dignità? Uno Stato che  era consapevole che il 12,6 % del PIL nazionale  era frutto delle attività sommerse e non ha mai fatto nulla per far emergere queste realtà e riportarle nella legalità. Ora quello Stato deve intervenire con misure economiche immediate di sostegno al reddito:  una carta alimentare o un bonus ma da erogare con immediatezza che arrivi almeno al valore di mille euro mensili e che duri almeno il tempo di uscire dall’emergenza covid 19. Sul modello trumpiano che ha deliberato per le famiglie senza reddito una misura di duemila dollari per due mesi per affrontare l’emergenza. Questo servirebbe per aiutare queste famiglie in grave difficoltà e per fermare la protesta che potrebbe creare problemi di ordine pubblico. Con l’impegno, il giorno dopo, a dare risposte definitive per far sì che queste persone non tornino mai più nella illegalità e possano vivere con dignità con il proprio lavoro, mai più nero.