La strage di Parigi, contro la rivista satirica Charlie Kebdo nota per la pubblicazioni di vignette molto forti, che conta dodici morti tra i quali il direttore della rivista, tre famosi vignettisti e sei collaboratori drl giornale, non è un atto di terrorismo ma un vero atto di guerra contro l’Occidente. Non si può parlare “semplicemente” di un atto terroristico ad opera di fanatici religiosi islamici o di guerriglieri dell’Isis. È una guerra tra culture, di valori diversi ed anche di religione ma che non coinvolge tutto il mondo Islamico ma una parte di esso che, purtroppo, da troppo tempo, l’Occidente sta sottovalutando. È una guerra. Una guerra contro chi non vuole donne ridotte in stato di servitù e spesso di schiavitù totale, contro chi non vuole limitare la frequentazione delle scuole perchè intende far crescere generazioni intelligenti e colte, contro chi vuole la libertà di parola e di pensiero e non il pensiero unico. In questa guerra l’Occidente è debole e l’Europa è debolissima. Siamo deboli perché, ai loro occhi, siamo poco più che debosciati, popoli senza radici, Stati governati dal “dio denaro” e senza Valori, nei quali regna la corruzione e incapaci di essere “popoli” perché trasmigrati in “pecoroni”. Ecco perché siamo culturalmente ed ideologicamente molto deboli. Siamo anche debolissimi nella difesa delle nostre terre, della nostra gente. Non abbiamo un controllo delle frontiere, tra le migliaia di extracomunitari che arrivano ogni anno e da tempo, in Italia per poi trasferirsi in tutta Europa, si infiltrano centinaia di guerriglieri islamici che noi accogliamo, sosteniamo e predisponiamo nel portare a compimento la loro guerra sui nostri territori e, se dici qualcosa contro, trovi il “democratico” idiota di turno che subito ti da’ del razzista. È una guerra, stiamo piangendo i nostri morti massacrati in modo barbaro e c’è chi continua a mastubarsi mentalmente con le “analisi democratiche” senza proporre alcunché per fermare questa guerra. Abbiamo le “armi” per difenderci e per combattere: cominciamo a rimandare a casa loro i clandestini e fermiamo gli sbarchi, dimostriamo che è finita la nostra indulgenza. Poniamo fine all’Europa delle finanze e dei finanzieri e costruiamo l’Europa dei Popoli per rafforzare la nostra unità culturale, valoriale e religiosa. Riscopriamo le nostre radici e difendiamole dell’aggressione del fanatismo islamico. Costruiamo la Polizia e l’Esercito Europeo e cominciamo a far sentire la nostra forza difensiva per non apparire più “debosciati”, ma uomini e donne capaci di essere “Popolo d’Europa”, di difendersi da questa aggressione e di far valere orgogliosamente la propria identità e i propri valori, in primis il valore della libertà .
Salvatore Ronghi